Da Venezia a Cortina, la “route” delle regine

[Foto in alto: Lago di Santa Croce (BL). © Ph: Lucio Rossi]

L’itinerario che ci piace proporre, sta proprio nel mezzo tra le due regine: Venezia regina del Mare e Cortina regina delle Dolomiti. Queste regine non hanno bisogno di presentazioni, ma la “corte” che le circonda e le accompagna spesso ne ha, specie se è una corte fatta di storia davvero antica, di terre misteriose e folkloristiche, di boschi secolari e percorsi nel verde, di cime patrimonio dell’Unesco e di borghi che paiono incantati.

Ecco l’idea di un percorso, magari da compiere a tappe vista la quantità e qualità di siti da visitare. Si tratta di un itinerario che porta il viaggiatore non solo a spostarsi in auto da un punto a un altro, ma a costruire nel viaggio un mosaico di sensazioni e visite che diventeranno un tesoro esperienziale che va dal naturalistico allo storico, allo sportivo, al culturale, all’artistico. Partire da Venezia per arrivare a Cortina d’Ampezzo – o viceversa – può richiedere non più di due ore di auto. Ma senza guardarsi intorno sarebbe come passeggiare per Venezia o scendere dalle Tofane con gli sci ai piedi guardando solo a terra!

Compiendo il percorso da Venezia a Cortina – ma potrebbe essere anche al contrario, dai monti al mare – l’itinerario potrebbe toccare Vittorio Veneto, il Cansiglio e l’Alpago. In Cadore le tappe da non perdere sono Perarolo, Pieve e Valle. Infine, una deviazione a Cibiana, prima di arrivare a destinazione a Cortina d’Ampezzo.

IL CANSIGLIO

Altopiano del Cansiglio, Alpago (BL). © Ph: Lucio Rossi

Un bosco antico ricco di storia, tra paesi dai nomi arcaici, alcuni di origine romana e longobarda. Paesi di pastori, boscaioli, artigiani ed emigranti, dalle vecchie case in pietra con i timpani a gradoni, ma dove si trovano dimore curiose come la casa del Libro a Sant’Anna: una costruzione interamente realizzata in legno intagliato: la staccionata è fatta di matite, il cancello è un grande paio di occhiali, la struttura della casetta è di libri impilati uno sopra l’altro, e così via.

Si tratta di luoghi legati alla storia della Serenissima, che per secoli si rifornì qui di legname per la costruzione di remi da galere, tanto che la foresta del Cansiglio prese il nome di “Bosco dei Dogi” e “Gran Bosco da reme di S. Marco”. Qui si insediarono verso la fine del ‘700 alcune famiglie di Cimbri provenienti dall’altopiano di Asiago, fondando dei villaggi e, riconosciuti come minoranza etnica, oggi hanno il loro centro nel Sistema Museale della Civiltà Cimbra a Pian dell’Osteria dove continuano a praticare e difendere la loro particolare cultura e le originarie tradizioni alimentari.

Non si può rimanere indifferenti di fronte alla bellezza della foresta del Cansiglio, al suo intenso verde in mezzo a cui si avvistano facilmente caprioli, cervi e daini. Le sue rocce sono del periodo Cretaceo, punteggiate da piccoli specchi d’acqua. Le passeggiate attorno e in mezzo a questa valle a forma di catino che va dagli 800 ai 1500metri d’altitudine sono splendide e perfette per estati sempre fresche. Una visita al museo ecologico è senz’altro istruttiva.
Per maggiori dettagli visitare: www.cansiglio.it

L'ALPAGO

Altopiano del Cansiglio, Alpago (BL). © Ph: Lucio Rossi

L’Alpago è un’area dove usi e costumi d’altri tempi vivono ancora e si possono scoprire nei numerosi eventi musicali, folkloristici, sportivi, e nelle escursioni organizzate. È una terra antica impreziosita da chiese e oratori che si potranno ammirare nel percorso dei Tesori d’Arte: un itinerario alla scoperta di capolavori come le opere dello scultore bellunese Andrea Brustolon chiamato il “Michelangelo del legno” o dell’artista Placido Fabris, la chiesa di Santa Croce, il Santuario di Irrighe, a cui si affiancano il museo di storia naturale a Chiesa d’Alpago e la Casa Museo dell’Alchimia a Valdenogher, una spettacolare casa del XVI secolo allestita per avvicinare il visitatore al magico mondo della pietra filosofale.

L’Alpago è una terra dalle profonde tradizioni sportive e la morfologia dei rilievi la rende perfetta per la pratica dello sci alpinismo. Da anni qui si svolge una gara a tecnica classica, la “Transcavallo”, riconosciuta quale competizione di rilievo nel panorama mondiale di questa disciplina.
Il Cansiglio offre anche 7 piste da fondo e sono più di trenta i chilometri di tracciati di diversa difficoltà che si addentrano nella sua foresta.
Correre sulla neve? Sì ma col cane! Con lo sled-dog vivi un’avventura di altri tempi: eccoti “musher” per un giorno, alla guida di una slitta trainata dai cani.
A Pian Osteria si trovano diversi percorsi da 2 a 12 km, su piste sede di gare internazionali. E volendo fare un’esperienza diversa, lo sci nordico diventa meno impegnativo con l’emozionante skijoring.
Facili, rilassanti e piacevoli sono le passeggiate con le ciaspe tra faggi, abeti e radure.

Il comprensorio dell’Alpago è imperdibile anche d’estate, ed è ideale anche per le famiglie con bimbi piccoli. Ovunque si trovano itinerari tranquilli, percorribili anche con il passeggino. I vari percorsi battuti e segnalati lungo prati e strade forestali conducono a malghe e agriturismi dove c’è tanto spazio per giocare in mezzo alla natura o seguire le tracce di una lepre o di un capriolo.
Per saperne di più visitare: www.alpago.bl.it

L’ARTICOLO PROSEGUE DOPO LA PUBBLICITA’

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PERAROLO DI CADORE

È un piccolo borgo a 532 metri di altitudine. Le sue origini risalgono al ‘300 quando, grazie all’attività del commercio del legname, sviluppato sotto il dominio della Serenissima, aveva una posizione strategica, alla confluenza dei due fiumi, fondamentale via per il trasporto del legno. Da qui, i tronchi fluttuavano verso la laguna di Venezia e infine venivano fermati grazie al cidolo, un apposito sbarramento, e caricati in zattere per proseguire il viaggio fino a Venezia.
Verso la fine dell’Ottocento iniziò a svilupparsi in quest’area l’industria dell’occhiale, oggi una eccellenza veneta, conosciuta in tutto il mondo.

Tra le vie del piccolo borgo di Perarolo si possono trovare alcune architetture di notevole interesse culturale e artistico, tra cui Casa dei Trofei, un palazzo ottocentesco che ospita il Museo del Cidolo e del Legname, e Palazzo Lazzaris, dimora nella quale soggiornarono la Regina Margherita e il Principe di Napoli. Curioso a tal proposito lo slogan riportato nelle vecchie cartoline del posto: “Perarolo – Villa Reale”, a sottolineare l’importanza della cittadina come centro di villeggiatura per alcuni reali d’Italia.

Merita la visita la Chiesa dedicata a San Nicola Vescovo, fondata nel 1407, e la chiesa di S.Rocco in cui si può ammirare un’opera di Francesco Vecellio, fratello del Tiziano.
Perarolo è anche zona di escursioni e passeggiate, in particolare la Val Montina, inclusa tra le aree wilderness italiane per il suo caratteristico ambiente selvaggio e incontaminato.

PIEVE DI CADORE

Veduta aerea del lago e di Pieve di Cadore. © Ph. Lucio Rossi

Pieve di Cadore è la città natale di Tiziano Vecellio, il grande pittore rinascimentale, la cui casa è adibita a museo. La piazza centrale e il palazzo della Magnifica Comunità di Cadore del XVI secolo valgono bene uno sguardo, ma Pieve offre viste mozzafiato sulle montagne delle Marmorole e sul Sorapiss. Non ha nulla da invidiare in quanto a vette magnifiche rispetto ad altre località di villeggiatura delle Dolomiti.
È da visitare anche il Museo dell’Occhiale che ripercorre la storia della produzione di occhiali e altri oggetti legati all’ottica dal Medioevo al Novecento, con un focus particolare sull’industria dell’occhialeria nel Cadore. Per maggiori informazioni visitare: www.veneto.info/belluno/pieve-di-cadore

VALLE DI CADORE

Lungo la strada che da Tai conduce a Cortina d’Ampezzo, sulla sinistra orografica del fiume Boite, troviamo il comune di Valle di Cadore (830 m), con origini che risalgono all’epoca romana o pre-romana: alcuni resti sono attualmente conservati nel Museo archeologico di Pieve di Cadore, mentre tra le vie del borgo è ancora visibile l’antica Via Romana, un viale lungo il quale sono stati edificati nel tempo numerosi Palazzi di notevole importanza storica, arricchiti di volte, balconi e stemmi in stile veneziano, che conduce direttamente al centro dell’abitato. Qui la Chiesa di San Martino, risalente al XII secolo, spicca in posizione panoramica e sovrastante sul Fiume Boite. Del patrimonio architettonico comunale fa parte anche Palazzo Piloni – Costantini, di origine quattrocentesca, che accolse l’Imperatore Carlo V e Massimiliano d’Asburgo e venne successivamente adibito a prigione.
Le borgate principali del comune sono Venàs, e Costa, il centro caratteristico e rurale di Valle di Cadore.

CIBIANA

Cibiana di Cadore, il “Paese dei Murales” (BL). © Ph: Lucio Rossi

Cibiana di Cadore (1005 metri di altitudine) è un caratteristico borgo meglio conosciuto come il Paese dei Murales: un museo all’aperto che conserva un patrimonio artistico e architettonico ineguagliabile. Sulle facciate delle case si trovano numerosi affreschi, dipinti in maniera impeccabile da artisti italiani e internazionali, che hanno dato luogo a una vera e propria esposizione d’arte fruibile da tutti.
Molti anche gli edifici antichi, dislocati principalmente nella frazione di Sotto, risalenti al XVI e XVII secolo.

Anticamente l’economia di questo territorio era legata alla lavorazione del legno e del ferro e l’attività fabbrile di Cibiana di Cadore era molto conosciuta anche in Europa. Questo borgo è noto anche per le caratteristiche lavorazioni artigianali che la popolazione custodisce gelosamente, tra cui le scarpete, ossia le pantofole create con corda e velluto, i zestoi, gerle in legno, le bambole in stoffa, scialli di lana e tanti altri oggetti che racchiudono ancora il fascino del passato.

Non solo arte e artigianato ma anche natura: Cibiana di Cadore si trova circondata dalle vette dolomitiche del Pelmo, dell’Antelao, del Monte Rite e del Monte Penna. Innumerevoli le escursioni adatte ad ogni target: Forcella Cibiana, il Sassolungo e il Monte Rite, dove sorge il noto Museo tra le Nuvole ideato da Reinhold Messner, sono le aree di maggiore interesse, ma è consigliata anche una visita alle vecchie miniere di Vallinferna, Ronzei e Ciarsies, che testimoniano l’antica attività mineraria.
Cibiana di Cadore è infine anche punto di passaggio dell’Alta Via delle Dolomiti n.3, il cui percorso si snoda dalla Val Pusteria alla Valle del Piave.

Nella stagione invernale, una suggestiva pista da fondo ad anello, illuminata anche di notte, permette di inoltrarsi alla scoperta delle bellezze naturali del territorio.
Dal Lago di Antorno al Monte Piana, luogo simbolo della Grande Guerra, si raggiunge un museo a cielo aperto immersi in un panorama meraviglioso con le Tre Cime di Lavaredo e i Cadini di Misurina in primo piano. Percorrendo il sentiero storico si possono visitare le postazioni dove l’esercito italiano e quello austroungarico si sono contrapposti per 29 mesi.

Cortina d’Ampezzo, © Ph: Diego Gaspari Bandion

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