Le maschere veneziane: dal carnevale a Tom Cruise e Heath Ledger

[Foto in alto di Marc De Tollenaere]

Da secoli il mondo delle maschere è intriso di mistero e di un simbolismo enigmatico che affascina, coinvolge e incuriosisce.
Nel carnevale di Venezia, la maschera nasce per l’esigenza di nascondere la propria identità. L’essenza del carnevale stava nel potersi mescolare alle feste e per strada, e ricchi e poveri si confondevano gli uni con gli altri. I primi si aggiravano nei luoghi meno “raccomandabili” senza essere riconosciuti, i secondi potevano godere per un po’ della sensazione di essere come gli altri, e così il carnevale diventava il periodo in cui le classi sociali venivano “azzerate” e tutti si divertivano insieme.

Nei tempi più recenti, le maschere e i relativi costumi, inizialmente semplici e tutti uguali proprio con l’intento di essere indistinguibili, sono diventati invece l’occasione di sfoggiare la propria creatività, l’abilità artigiana di chi li produce, il gusto per la ricerca dei materiali e l’inventiva. Le maschere sono diventate oggetti d’arte di enorme pregio e valore, spesso unici e irripetibili, fatti su misura e protagonisti di concorsi e sfilate.

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In questa storia, una cosa è rimasta immutata: la secolare tradizione mascheraia veneziana e l’universalmente riconosciuta abilità dei mascareri che operano nella città lagunare. Qui nascono le maschere più belle, ricercate e originali. Da qui provengono le maschere che si vedono nei film e a teatro. Questo è il posto dove scoprire come si crea quest’oggetto suggestivo e misterioso.

Un mondo magico, insomma, che a Venezia vanta molti esponenti eccellenti. Tra questi, uno dei marchi più conosciuti, anche a livello internazionale, è Kartaruga che dal 1985 crea maschere nel rispetto del “sapere” dei mascareri della Serenissima, anche quando si tratta di inventare modelli completamente nuovi.

«Tutto parte dal Carnevale – spiega Francesca Cecamore, una dei titolari del marchio Kartaruga – che per un mascarer significa lavorare con le persone e per le persone. Poi le collaborazioni con il cinema e il teatro sono una conseguenza di questo “saper fare” e vengono in un secondo momento. A me piace pensare che le maschere siano la chiave d’accesso per un mondo magico tutto da vivere, quello del Carnevale, fatto di evasione, trasgressione, nel senso buono del termine, – sottolinea Francesca – gioco».

«Oggi il Carnevale è meno sentito dai veneziani rispetto a qualche decennio fa (anni ’70, ’80 e ’90), quando creare il proprio costume era un’attività che poteva durare anche tutto l’anno. Era un enorme stimolo per la fantasia, la scusa per fare ricerche, ingegnarsi a trovare soluzioni artigianali, collaborare con familiari e amici, e infine sfoggiare il frutto delle proprie “fatiche” con orgoglio e divertimento. Ed era l’occasione per imparare la pazienza, l’impegno, il tempo e la dedizione necessarie per creare un costume, una maschera».

Nel negozio a due passi da San Marco, maschere tradizionali, volti stilizzati e distorti, animali veri ed immaginari, personaggi fiabeschi, steampunk, attendono tutti di essere indossati per prendere vita e donare una nuova identità.

La protagonista delle creazioni Kartaruga è la cartapesta che grazie alla sua elasticità e morbidezza si adatta perfettamente al viso. Alla base delle collezioni ci sono approfonditi studi di storia del costume e sperimentazione di nuove tecniche e processi di decorazione: ogni maschera racchiude in sé un significato ancestrale, dal quale non si può prescindere nell’ideazione e nello sviluppo dei modelli.

E queste qualità e abilità sono riconosciuta non solo a Venezia, ma anche nel mondo del cinema, del teatro, dello spettacolo. Da Eyes Wide Shut a Parnassus, da Gambit a Casanova, ma anche eventi, musical, pubblicità, video musicali… l’elenco dei volti famosi e famosissimi che sono stati celati da una maschera creata da Kartaruga è lungo e appassionante.

Altrettanto appassionante è scoprire con i propri occhi e con le proprie mani come si fa una maschera. Entrare in un atelier di maschere, e magari partecipare a una lezione pratica, è un’esperienza decisamente formativa perché insegna l’attenzione, la cura, il tempo, la perizia e la manualità necessari per questo tipo di opera. Per non parlare, della riflessione psicologica dedicata al personaggio che si vuole rappresentare. La maschera deve avere un forte potere comunicativo, che assolva al compito di far diventare altro da sé chi la indossa.

Tutto ciò è il cuore dell’esperienza che si può fare visitando il negozio di Kartaruga “Il Canovaccio”, in Calle delle Bande. I partecipanti ai laboratori creano la propria maschera con l’aiuto del mascheraio: “sporcandosi le mani” ci si rende conto di quanto siano belle, complicate, e preziose, ed il risultato è un oggetto unico e irripetibile.

L’Atelier di Kartaruga, “Il Canovaccio”, è aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00.

Atelier Kartaruga, negozio Il Canovaccio
Castello 5369-70, Calle delle Bande – 30122 Venezia
Tel. +39 041 2410071
info@kartaruga.it
www.kartaruga.it
Facebook: @Kartaruga
Instagram: @Kartaruga

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